21.09.2020Tirolo

Eliminare le specie neofite in modo strategico – riducendo i danni La strategia del Land Tirolo contri le piante neofite

Belle da vedere ma talvolta molto dannose: questo sono le neofite – specie vegetali

Belle da vedere ma talvolta molto dannose: questo sono le neofite – specie vegetali non native di una regione geografica che si sviluppano e propagano rapidamente, e che possono avere effetti negativi sia su flora e fauna locali, agricoltura e silvicoltura, sia sulla salute umana. Con una strategia regionale di ampio respiro il Tirolo vuole impedire o comunque limitare la propagazione di specie neofite problematiche o eliminarle.

Prevenzione con l’informazione

Una delle forme più economiche, importanti e semplici per combattere le specie neofite è la prevenzione con l’informazione. “Per proteggere e mantenere le specie autoctone è importante sapere quali sono le conseguenze negative di piante non native di un’area geografica”, di questo è convinta Ingrid Felipe, Vicegovernatrice del Land Tirolo e responsabile per la tutela ambientale. “Solo così si può riuscire a tenere sotto controllo la diffusione a livello regionale di piante nocive”. Oltre alla campagna di prevenzione, il Land Tirolo e il Centro di competenza sulle specie neofite dell’Università di Innsbruck puntano sia sulle misure di intervento da attuare contro la diffusione delle neofite in uno stadio iniziale, sia sulla lotta alle specie neofite già diffuse e su una gestione coordinata.

“Il nostro obiettivo è quello di isolare le specie neofite e impedire la diffusione di nuove specie non autoctone. Proprio nell’agricoltura le piante invasive provocano ingenti danni, che vanno dalla mancanza di raccolto fino alla compromissione della salute degli animali a causa di piante tossiche”, commenta il Vicepresidente tirolese Josef Geisler, dicendosi convinto che l’eliminazione delle specie neofite, che spesso è un lavoro che deve essere fatto a mano ed è molto faticoso, rappresenta un compito della collettività, e per questo occorre puntare sulla prevenzione. “Il principio della regionalità dovrebbe essere scontato non soltanto per quanto riguardo l’acquisto di alimenti, bensì anche nella scelta delle coltivazioni dell’orto”, afferma Geisler. I giardini forestali offrono cespugli e alberi autoctoni. Per le superfici prative tra poco, nell’ambito dell’iniziativa “Prati fioriti tirolesi”, saranno a disposizione delle miscele di sementi regionali.

In Tirolo circa 600 neofiti

“L’insorgenza di piante non autoctone è riconducibile all’attività umana. Soprattutto nell’epoca moderna il numero di specie vegetali diffuse dall’uomo (neofiti) è cresciuto esponenzialmente. In Tirolo, ormai, sono circa 600 le piante neofite documentate, a fronte di ca. 1.800 specie vegetali autoctone. In Tirolo 14 di queste piante neofite attualmente sono catalogate come problematiche. Tra queste si annovera l’ambrosia artemisifolia, il panace gigante, il senecione sudafricano, la verga d'oro del Canada, la balsamina dell'Himalaya e la robinia. Nella maggior parte dei casi queste specie sono state portate attivamente in Tirolo, coltivate e utilizzate come piante a scopo decorativo, di ricerca, d’uso, o come piante d’acquario. Un’eccezione costituiscono l’ambrosia artemisifolia e il senecione sudafricano, che sono stati importati inavvertitamente. Una volta che prendono piede, queste specie riescono a mettere bene radici nei luoghi ospiti e a propagarsi in massa. A seconda della specie, i meccanismi di propagazione sono diversi, ma tutte le specie neofite hanno in comune un elemento: il loro fattore di propagazione più importante continua a essere l’uomo”, afferma Pagitz. Le conseguenze negative di questa propagazione sono le ripercussioni sulla diversità della flora e fauna locale, ma anche sulla salute di uomini e animali. L’ambrosia artemisifolia per es. scatena delle allergie, il panace gigante delle reazioni cutanee dolorose – e talvolta anche difficoltà respiratorie – e il senecione sudafricano, se finisce per contaminare il foraggio, i cereali o le verdure, anche delle intossicazioni. “Le misure di gestione devono prendere in considerazione la biologia delle specie, e adeguarsi alla situazione locale. Una gestione consapevole di queste specie, come di tutte le altre neofite, è tuttavia un presupposto di base”, dice Pagitz.

“Osservando la situazione in tutta la regione si nota che le piante neofite si stanno diffondendo sempre di più. La gestione adeguata è un’impresa immane, per cui serve la disponibilità e un impegno di collaborazione tra i partner di sistema come i comuni, il soccorso alpino, l’università e le varie unità organizzative del paese. Le risorse in termini finanziari e di personale sono limitate, quindi è necessario ottenere il maggior successo possibile con i mezzi a disposizione, il che richiede una strategia. La strategia del Tirolo contro le specie neofite fornisce le decisive basi a questo fine” ha commentato Reinhard Lentner del Dipartimento di tutela ambientale del Land Tirolo.

Il Preside della Facoltà di biologia Paul Illmer è orgoglioso di essere a capo di una facoltà così variegata: “Il know-how della facoltà di biologia spazia dalla ricerca sulle cellule staminali per la lotta alle malattie degenerative fino agli effetti ambientali e alle cause microbiche del cambiamento climatico e alle biotecnologie per la tutela del clima. É molto importante anche continuare a comprendere i microorganismi, le piante e gli animali nel piano di studi degli studenti – perché solo chi conosce a fondo le specie autoctone è in grado di riconoscere le specie invasive esterne”. Illmer per questo si dice contento della vasta competenza presso l’Istituto di botanica: “Solo così si può mettere in risalto il complesso problema delle piante neofite e creare le basi scientifiche per ulteriori trattamenti e interventi.”

Per informazioni dettagliate consultare il vademecum “Strategia tirolese per la gestione di specie vegetali non autoctone (neofite)”, scaricabile all’indirizzo https://www.tirol.gv.at/fileadmin/themen/umwelt/naturschutz/Neophyten_Broschuere.pdf.

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