30.01.2020Baviera

La battaglia giornaliera degli operai stradali contro il cambiamento climatico

14.000 costruzioni di sicurezza proteggono da valanghe e altri rischi idrogeologici; Reichhart: “Il nostro personale è al lavoro ogni giorno”; Nuovo progetto pilota nell’arco alpino

Caduta massi, crolli di pareti rocciose e smottamenti: proprio nella fase di transizione tra le temperature calde e il gelo i rischi idrogeologici possono compromettere i trasporti nell’arco alpino o addirittura impedirli. In inverno si aggiungono anche le valanghe. Il ministro dei trasporti bavarese Hans Reichhart dice: “L’anno scorso abbiamo potenziato ulteriormente le misure di protezione in questo settore. I nostri operatori stradali, geologi e ingegneri ogni giorno fanno di tutto per garantire la massima sicurezza sulle strade della Baviera.” Circa 14.000 opere protettive solo nell’arco alpino dell’Alta Baviera sono soggette a regolare manutenzione e ristrutturazione. Con l’avvio di un nuovo progetto pilota nelle Alpi si vuole testare una gestione ancora più mirata della manutenzione nelle alpi, precursore è il genio civile di Traunstein. 

Per fare in modo che anche d’inverno le strade bavaresi restino sicure non c’è soltanto il servizio giornaliero dei mezzi spargisale. Spesso, nell’ombra e a volte diverse centinaia di metri sopra il livello della strada, sono gli operai del genio civile che si occupano di garantire la disponibilità di opere protettive in caso di valanghe, crolli di parete rocciosa, smottamenti o altri rischi idrogeologici. Nell’arco alpino è addirittura in uso l’elicottero per i lavori di costruzione, perché i recinti e le reti di contenimento spesso non sono raggiungibili altrimenti. “I nostri operatori sono in azione quotidianamente e spesso in condizioni sfavorevoli per permetterci di muoverci in tutta sicurezza sulle strade bavaresi, e questo merita il mio profondo rispetto e ringraziamento”, afferma Reichhart. Nonostante questo, nell’area alpina non esiste una sicurezza al cento percento.

Nell’arco alpino da anni gli esperti registrano un cambiamento rispetto agli anni precedenti. Laddove le generazioni precedenti erano in grado, con il rimboschimento di un bosco di protezione, di proteggere i pendii e le strade sottostanti, adesso servono anche altri interventi, spesso di costruzione. I danni ai boschi di protezione dovuti all’infestazione da bostrico, alla lunga siccità estiva, a pesanti masse di neve d‘inverno o a forti venti impatta la normale manutenzione e la sicurezza stradale. Le misure manutentive si moltiplicano e non sono più una rarità, anche se finora sono sempre state verificate con procedura individuale, il che richiede molto tempo perché gli interventi edilizi sono spesso su territori impervi e richiedono un notevole sforzo di pianificazione e gestione.

Proprio su questo vuole agire Reichhart: “In futuro vogliamo concordare in maniera più rapida gli interventi edilizi con tutti gli interessati, per es. amministrazione ambientale, progettisti, ingegneri paesaggisti ed altri, e ridurre al minimo l’onere amministrativo. Proprio questo vorremmo sperimentare con un progetto pilota.” Il Ministero per l’edilizia e i trasporti e il genio civile di Traunstein stanno sviluppando un metodo per sistematizzare e semplificare le procedure. Le autorizzazioni individuali in questo modo diventeranno superflue. Reichhart spera che diminuendo l’onere burocratico si velocizzi lo svolgimento del progetto e si abbia una maggiore sicurezza a livello di pianificazione.

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