13.03.2020Lombardia

IL BIODISTRETTO DI VALLECAMONICA: L’IMPORTANZA DELLE COMUNITÀ LOCALI NEL GOVERNO PARTECIPATO DEL TERRITORIO

In generale, la definizione di biodistretto indica un’area vocata alle pratiche biologiche dove produttori, cittadini, operatori turistici e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse.

Perciò, il termine biologico non viene inteso unicamente nelle sue connotazioni agricole ma in generale come una filosofia di gestione di un intero territorio e di tutte le sue attività. Perciò, in un’area definita come biodistretto la valorizzazione dei prodotti biologici si coniuga indissolubilmente con la promozione del territorio e delle sue peculiarità, per raggiungere un pieno sviluppo delle potenzialità economiche, sociali e culturali.

In queste premesse si colloca anche la realtà del Biodistretto di Vallecamonica, il primo biodistretto di Lombardia e, in generale, uno dei primi biodistretti montani, promosso inizialmente da AIAB e da Valcamonica BIO. L’iniziativa prevede una visione partecipata del governo del territorio, per coadiuvare lo sviluppo locale ed evitare fenomeni di spopolamento e abbandono, con la valorizzazione delle numerose risorse legate al patrimonio culturale e naturale di questa valle alpina.

Il Biodistretto di Vallecamonica e in generale i biodistretti possono rappresentare un importante soggetto di progettualità, come testimonia la realizzazione del progetto “Paesaggi Resilienti”, i cui partners sono Valcamonica Bio, Parco Adamello, Casa Museo di Cerveno con il Biodistretto di Vallecamonica capofila. Finalità del progetto è contrastare l’avanzamento del bosco e l’abbandono delle terre coltivabili, terrazzate e non, a quote tra 500 m e 1500 m slm in Valle Camonica, proponendo un modello di catalizzazione delle competenze e delle risorse attorno ad una rete di aziende agricole, enti locali e istituzioni (scuole e musei) in grado non solo di invertire il fenomeno, ma di fare dell’agricoltura di qualità un’opportunità di sviluppo, della coesione sociale e della partecipazione una leva di miglioramento della qualità della vita, della collaborazione tra pubblico e privato uno strumento fattivo di salvaguardia e manutenzione del paesaggio.

L’attività del progetto ha compreso non solo il recupero e la coltivazione dei campi con cereali montani, ma anche un gran numero di attività divulgative e di sensibilizzazione, come il corso di panificazione: “Per un Pane Essenziale”, il workshop sul rischio alimentare della segale cornuta e delle micotossine: “Segale cornuta: un tuffo nella storia, un rischio alimentare attuale” organizzato in collaborazione con il Centro di Studi Applicati per la Gestione Sostenibile e la Difesa della Montagna – Ge.S.Di.Mont del polo distaccato di Edolo (BS) dell’Università degli Studi di Milano, e l’incontro: “Cereali in Rete” organizzato in occasione della “Fiera della Sostenibilità nella Natura Alpina”.

Per le comunità di montagna, il governo compartecipato della popolazione e particolari forme di aggregazione e solidarietà sono fondamentali in territori che, seppur ricchi di risorse, sono caratterizzati da fenomeni di marginalità. In questo senso, la creazione e animazione di biodistretti può essere una soluzione interessante per vivificare e valorizzare questi territori. Per maggiori informazioni sul Biodistretto di Vallecamonica e il progetto paesaggi resilienti consultare: http://www.biodistrettovallecamonica.it/

Valeria Leoni¹, Luca Giupponi¹, Giulia Ceciliani¹, Stefano Sala¹, Anna Giorgi¹

¹Ge.S.Di.Mont - Polo di Eccellenza UNIMONT- Edolo - www.unimontagna.it

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