28.09.2020Lombardia

Sulle tracce della tempesta Vaia in Valcamonica: le università lombarde partecipano all’edizione 2020 di “Climbing for Climate” con la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile

Grande successo della seconda edizione di "Climbing for Climate - CFC", iniziativa promossa dalla RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, a cui partecipano 78 atenei).

L’iniziativa è stata coordinata a livello lombardo dall’Università degli Studi di Brescia UniBs Sostenibile, in collaborazione con la Sezione CAI di Brescia, e ha visto la partecipazione dell’Università degli Studi di Milano ne suo Polo d’Eccellenza: “Centro di Ricerca Ge.S.Di.Mont. di UNIMONT”.

L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio del CRA2030 (Centro di Ricerca e Documentazione di Ateneo per l'Agenda dello Sviluppo Sostenibile 2030), di S4S (Students For Sustainability) e della direzione nazionale del Club Alpino Italiano. L’iniziativa 2020 ha ricevuto in specifico il patrocinio dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – MATTM, dal Comitato Glaciologico Italiano – CGI, da Sustainable Development Solutions Network – SDSN ed è inserito nel calendario del Festival dello sviluppo sostenibile promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS.

Nella prima iniziativa del 2019 l’Università degli Studi di Brescia ha lanciato CLIMBING FOR CLIMATE (CFC) – la salita sul Ghiacciaio dell’Adamello – per sensibilizzare l’opinione pubblica sul gravissimo problema della fusione dei ghiacciai, condividendo l’iniziativa nell’ambito della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile e col CAI di Brescia. La seconda edizione è stata organizzata localmente da ciascuna Università aderente al RUS, per rispettare le norme di contenimento della pandemia. L’iniziativa, sempre coordinata dalla RUS, ha coinvolto un numero maggiore di sedi, con i loro studenti, personale docente e tecnico-amministrativo. Una rappresentanza di tutte queste componenti della comunità universitaria, guidata dal Rettore UniBs, prof. Maurizio Tira, ha svolto infatti un’escursione guidata nella splendida cornice naturale della Conca del Lago Baitone, situata nel massiccio dell’Adamello, lungo parte del tratto bresciano del “Sentiero Italia CAI”.

L’escursione è partita dal rifugio Premassone, passando dai Rifugi Baitone, Tonolini e Gnutti, e ha visto impegnati docenti, ricercatori, studenti e tecnici in 17 chilometri di cammino, quasi mille metri di dislivello fra scenari d’alta montagna magnifici, che portano però i segni dei profondi mutamenti causati dal cambiamento climatico in atto. Se in occasione di CFC 2019 si è potuto toccare con mano l’effetto del riscaldamento globale sul ritiro dei ghiacciai, quest’anno l’iniziativa ha voluto ricordarci come l’effetto serra stia favorendo l’accumulo di energia in atmosfera. Questa energia si libera in eventi meteorologici estremi come accadde il 29 ottobre 2018 durante la tempesta Vaia. I venti nelle Alpi orientali e fino alla Valle Camonica raggiunsero velocità massime che sfiorarono i 200 km/ora, causando i maggiori danni al patrimonio forestale di cui si abbia memoria nell’ultimo secolo (41000 ettari di foreste danneggiate e 8 milioni di metri cubi di legname abbattuto nel Nord-Est, fino alla Valle Camonica).

La visita alle dighe del Baitone e del Miller ha assunto anche il significato di valorizzare il ruolo ricoperto dalle energie rinnovabili, come quella idroelettrica, nel contrastare il riscaldamento globale. Ogni metro cubo d’acqua accumulato nei due bacini, trasportato nel complesso sistema idroelettrico realizzato a partire dagli anni ’20 dello scorso secolo, è poi ‘turbinato’ nella centrale di S. Fiorano, riducendo il consumo di carbone o petrolio per generare energia.

Proprio questi i temi trattati nel confronto tra studiosi ed esperti durante l'escursione e, al rientro, al rifugio Premassone, nei due seminari tenuti da ricercatori impegnati in attività di ricerca e didattica presso il Polo UNIMONT, ovvero il prof. Giorgio Vacchiano che ha parlato delle cause ed effetti della tempesta Vaia - che ha duramente colpito la zona circostante il rifugio - e la dr.ssa Rachele Stentella, che è intervenuta sul tema della fitodepurazione nei rifugi di montagna. 

La seconda edizione di CFC-RUS, diffusa e decentrata su tutto il territorio nazionale, ha voluto promuovere i temi dell’Agenda 2030 sui 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals (SDGs), attraverso la conoscenza dei territori e la mobilità attiva.

L’iniziativa ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica locale e nazionale in particolare su:

Promozione del turismo sostenibile (SDG 8)

Inclusione sociale ed economica di chi vive in aree periferiche (SDG 10)

Città e comunità sostenibili (SDG 11)

Lotta al cambiamento climatico (SDG 13)

Promozione della vita sulla terra (SDG 15)

L’importanza della presenza di un polo universitario come UNIMONT in montagna quale azione concreta ed efficace per contrastare l’abbandono di questi territori coniugando salvaguardia e valorizzazione, è stata testimoniata anche in quest’occasione dall'incontro di studenti UNIMONT in tutti i rifugi visitati -  giovani  appassionati e impegnati, durante la pausa universitaria estiva, in un’attività importante come la collaborazione alla gestione di presidi d’alta quota essenziali alla fruizione consapevole e in sicurezza dell’ambiente montano come i rifugi - nonché dalla possibilità di assaggiare ottimi prodotti di malga realizzati da giovani nuovi imprenditori  di montagna laureatisi presso il polo UNIMONT. 

Al centro dell’iniziativa la sottoscrizione di un appello alle autorità locali e ai cittadini per la protezione e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale territoriale. La giornata si è infatti conclusa con la sottoscrizione dell’Appello da parte del professor Francesco Castelli - Prorettore dell’Università di Brescia, della prof.ssa Anna Giorgi - direttrice del polo UNIMONT dell'Università degli Studi di Milano, dell’Ing. Angelo Maggiori - presidente CAI Brescia, dell’Ing. Gian Battista Pasquini - Sindaco di Sonico: un impegno alla collaborazione per promuovere lo sviluppo sostenibile dei territori montani.

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